Iaido Magazine

Le origini dello iaido: un breve itinerario attraverso la storia del Giappone

Origini dello iaido
©Mariusz Szmerdt

Allo scopo di comprendere in cosa consista l’arte marziale giapponese dell’estrazione rapida della katana dal fodero è necessario fare un passo indietro e tornare alle origini dello iaidō, che risiedono nella pratica dello iaijutsu.

Le origini dello iaidō
© Giulio Cianchini

Lo iaijutsu, antenato dello iaido

Le origini dello iaidō risalgono quindi all’antica pratica dello iaijutsu. Lo iaijutsu nacque nel corso del periodo Nara, che facciamo iniziare nel 710 d.C., quando la capitale giapponese si spostò da Fujiwara-kyō a Heijō-kyō, oggi Nara. Si trattava di un insieme di esercizi per accorciare nei tempi e rendere più efficace lo sfoderamento della spada. Questo non fa necessariamente dello iaijutsu un’arte marziale violenta. Molte delle situazioni erano pensate come possibili contrattacchi, quindi, reazioni efficienti ad attacchi portati improvvisamente.

Chiamiamo bujutsu l’insieme di arti marziali che fino all’era Meiji erano competenza specifica della classe militare giapponese. Lo iaijutsu non era pensato per l’applicazione nella mischia del campo di battaglia, quanto nella vita quotidiana del bushi. In un’epoca resa tumultuosa dalle guerre, era frequente subire aggressioni armate.

Abbiamo quindi messo in chiaro che le origini dello iaidō sono situate in un’epoca remota. Si rende necessaria un’importante precisazione: è solo verso la fine del periodo Kamakura, con lo scontro fra le famiglie dei Taira e dei Minamoto, che si inizia a praticare iaijutsu utilizzando quella spada a un solo affilatissimo taglio, leggermente incurvata, dalla lavorazione unica, che oggi riconosciamo generalmente come katana, o più propriamente shinken. Lo iaijutsu era praticato parallelamente a diverse antiche scuole di scherma giapponese, o koryū. Alcune di queste si sono formate prima dell’era Meiji e una selezione viene tutt’ora praticata. Musō Jikiden Eishin-ryū e Musō Shinden-ryū sono le due scuole più diffuse oggi in Italia. Ogni koryū aveva o ha le sue peculiarità, legate ai clan d’appartenenza.

Le origini dello iaidō
© Kuniyoshi Utagawa, Yazama Shinroku Mitsukaze, in Seichū gishi den, 1847

Iaido e katana: strumenti di pratica

Oggi lo iaijutsu storicamente inteso è estinto, ma al suo posto si pratica ancora l’arte marziale nota come iaidō. Il termine “iaidō” fu usato per la prima volta nel 1932, ad indicare “l’arte dello sfoderamento della spada” o, più correttamente, dell’estrazione veloce.

Nel pieno rispetto delle origini dello iaidō, coloro che lo praticano indossano un kimono composto fondamentalmente da gi, hakama e obi. I principianti, per ragioni di sicurezza, iniziano a studiare utilizzando una spada di legno, o bokken. Raggiunta una certa dimestichezza, si può praticare con una katana chiamata iaitō, del tutto simile ad una shinken ma molto meno affilata. I gradi più alti possono utilizzare, a loro piacere, iaitō o shinken.

Ogni iaitō ha caratteristiche adeguate al praticante di iaidō, o iaidōka, che la impugna: la lunghezza della lama va scelta in proporzione alla statura e alla lunghezza degli arti, il peso può variare soprattutto a seconda del fatto che lo iaidōka sia uomo o donna. Generalmente ci si orienta comunque sull’acquisto di iaitō variabilmente lunghe e pesanti, ma soprattutto ben bilanciate, perché la pratica risulti agevole e priva di rischi per la salute, considerato lo sforzo ripetitivo a carico di spalle, gomiti e polsi. Oggi come secoli fa, la qualità di una spada resta nelle mani dell’artigiano che la porta alla luce.Origini dello iaido divider

Perché dedicarsi alla pratica dello iaido?

Possiamo inserire l’arte marziale dello iaidō a pieno titolo nella famiglia del budō. Il buon praticante di iaidō cerca di migliorare costantemente sé stesso, non solo a livello atletico, bensì nella vita di tutti i giorni, scoprendo valori positivi come la tenacia nel perseguire un obiettivo, apprezzando la tranquillità che sola permette la lucidità dalla quale possono scaturire azioni efficaci, imparando ad essere risoluto. Una persona dalla volontà ferma, il cuore sensibile, lo spirito sereno, l’intelletto acuto e il fisico pronto: quest’armoniosa figura è, idealmente, ciò cui l’esercizio dello iaidō anela.

Dal punto di vista pratico, lo iaidō consiste nello studio di kata o sequenze di figure da eseguire con la spada, combattimenti contro un avversario immaginario calati in situazioni diverse: ci sono kata che insegnano a difendersi da un nemico che ci attacca mentre gli siamo seduti accanto, kata grazie ai quali impariamo come sopravvivere all’attacco combinato di quattro avversari che ci stanno accerchiando… Le situazioni possibili sono davvero varie.

Le origini dello iaidō
© Giulio Cianchini

Lo iaido nella Confederazione Italiana Kendo

Lo iaidō fu ufficialmente riconosciuto la prima volta dalla Dai Nippon Budoku Kai, associazione fondata nel 1895 con lo scopo di preservare il patrimonio costituito dalle arti marziali giapponesi. Era il 1932. La Dai Nippon Budoku Kai tuttavia fu sciolta attorno al 1945, in reazione all’esito della Seconda Guerra Mondiale. Si trattò di una decisione presa dagli Alleati. Bisognerà aspettare il 1950 perché l’associazione possa ricostituirsi e le arti marziali, iaidō compreso, possano riprendere le attività. La All Japan kendō Federation o Zen Nihon Kendō Renmei è un’associazione nazionale non governativa, costituitasi nel 1952 a seguito della revoca del divieto di praticare arti marziali in Giappone.

Allo scopo di diffondere lo iaidō e codificarlo, i fondatori scelsero a tavolino un insieme di tecniche provenienti da diverse scuole antiche e idearono i primi sette fra quelli che oggi sono i dodici kata che costituiscono il Seitei Iai, o più propriamente Zenkenren Iai. Ogni praticante di iaidō inizia il suo apprendimento studiando questi dodici kata, con i quali per tutto il resto della sua carriera affronterà competizioni ed esami. Una volta acquisita la sicurezza necessaria, gli allievi potranno essere avviati allo studio del koryū. Gli studenti si dedicano solo alla scuola antica che i loro maestri hanno a loro volta appreso.

Le origini dello iaidō sono radicate nella storia giapponese, ma oggi i suoi confini geografici sono superati. In Italia, è possibile dedicarsi alla pratica di questa meravigliosa arte marziale di sfoderamento della spada recandosi presso una delle palestre iscritte alla Confederazione Italiana Kendō.

 

 

L'Autore dell'Articolo

Chiara Bonacina

Bergamasca, laureata in Scienze Filosofiche, poliglotta. Ama il cinema, le arti marziali e il tiro a segno. Pratica iaido dal 2012, fa parte della Nazionale Italiana di Iaido dal 2013. Nel 2021 ha ottenuto la qualifica di allenatrice e quella di arbitro nazionale.

Riconoscimenti

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Riconoscimento del Ministero Affari Esteri Giapponese

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