Kendo Kendo Magazine

Un kendo tutto rosa – Il Progetto Nazionale Femminile Kendo

Progetto Nazionale Kendo Femminile
@Alice Fontana

Un kendo tutto rosa – Il Progetto Nazionale Femminile Kendo

 

Il kendo è uno sport per donne?

Spesso, nel scegliere un sport, le donne sono restie ad optare per un’arte marziale.

Le arti marziali, infatti, non sono – spesso a torto – ritenute attività sportive femminili, o adatte alle donne.

In questa tipologia di sport, infatti, si ritiene che ci sia sempre molto contatto fisico, che sia richiesta una grande forza o potenza, che vi sia un elevato rischio di farsi male. Se questo può essere sicuramente vero per alcune arti marziali, non è però una considerazione valida per tutte.

Benché esistano pochissime discipline sviluppate a uso e misura delle donne, le cosiddette arti marziali femminili, come la Naginata, ci sono però moltissime arti marziali che possono essere praticate con successo, sicurezza e serenità anche dal pubblico femminile.

Il Kendo è sicuramente una di queste.

Quando parliamo di Kendo ci riferiamo al variegato mondo della scherma giapponese.

Siamo quindi di fronte ad un sport in cui il contatto fisico non è predominante ed è comunque mediato, nella maggior parte dei casi, dall’arma (lo shinai).

Inoltre, nel Kendo, le differenze di forza fisica e di stazza tipiche del confronto donna-uomo, vengono grandemente ridotte, tant’è che quest’arte marziale è usualmente praticata insieme da entrambi i sessi.

Infine, come tutte le arti marziali, il Kendo ha un’influenza positiva sull’autostima e sul controllo delle paure femminili (tipicamente la paura di essere aggredite), in quanto permette alle donne di imparare a conoscersi, di prendere confidenza con le proprie capacità e i propri limiti, di acquisire sicurezza in sé stesse, ed acquisire fiducia nei propri riflessi e nella propria forza.

Kendo - Gli appuntamenti dell’anno 2017
Evento Pubblico Kendo
@A.Orizio

 

I numeri del Kendo femminile in Italia

Stando ai dati ufficiali della CIK – Confederazione Italiana Kendo – il numero di donne che praticano Kendo all’interno della Confederazione è di poco inferiore al 20% dei praticanti, una percentuale in lento constante aumento. Negli ultimi dieci anni infatti, il settore Kendo femminile è passato da 14,8% nel 2007 al 18,6% del 2017, con un aumento netto di cento donne e ragazze.

CIK 2017 - distribuzione uomini donne su tot iscritti

CIK 2017 - iscritti kendo donne

La percentuale di abbandono da parte del pubblico femminile, invece, nello stesso periodo, non ha un trend significativo e potremmo definire che in media si aggira appena sotto il 20% (19,71% per l’esattezza) degli abbandoni annui.

CIK 2017 - distribuzione abbandoni

Da questi numeri si evince che sebbene le donne siano sempre più attratte dal mondo delle arti marziali femminili e dal Kendo femminile nello specifico, tendono ad abbandonare il Kendo con maggior facilità degli uomini.

Questa deduzione è confermata dalla distribuzione per grado conseguito dalle ragazze e dalle donne del Kendo. La grandissima maggioranza delle iscritte alla CIK, infatti, ha raggiunto al massimo il 2° dan, mentre la metà esatta non ha ancora conseguito il grado di 1° kyu.

CIK 2017 - distribuzione donne per grado

 

Il Progetto Nazionale Kendo Femminile

Il Progetto Nazionale Femminile Kendo  nasce dalla consapevolezza della fragilità del settore femminile della CIK, con l’obiettivo di rafforzare e incoraggiare le quote rosa in questa splendida arte marziale in particolare.

Il progetto viene affidato di volta in vota alle grandi donne del Kendo italiano, affinché trasmettano le loro conoscenze alle compagne più giovani (per età o esperienza). Questa divulgazione del sapere non riguarda solo strettamente il Kendo – che per le donne è più tecnico e meno di contatto che per gli uomini – ma anche altri aspetti che orbitano attorno alla pratica vera e propria: il confronto con gli uomini, la fiducia nelle proprie capacità, la conciliazione della vita familiare con la pratica e via dicendo.

Il kendo è uno sport per donne?
@Alice Fontana

 

I referenti di oggi e di ieri

Da gennaio 2017 il Progetto Nazionale Kendo Femminile è passato nelle mani sapienti di Mirial Livolsi e Yunsook Ma. Entrambe hanno una lunga esperienza di Kendo sia a livello di insegnamento che agonistico e fanno parte del ristrettissimo cerchio di alti gradi donna del Kendo italiano.

Mirial ha cominciato a fare Kendo da adolescente, sotto la sapiente guida di suo padre Pascal Livolsi, uno dei pionieri del Kendo italiano. Ha calcato gli shiaijo della scena italiana e internazionale per molti anni, ottenendo dieci titoli italiani. È stata membro della nazionale italiana femminile, con cui ha conquistato complessivamente tre titoli europei. Nel 2012 si è ritirata dalla carriera agonistica, anche se occasionalmente scende ancora sul palchetto in qualche gara. Mirial detiene il grado di Rokudan Renshi, è un’arbitro della confederazione italiana kendo (CIK) e insegna presso la Do Academy di Torino. Dal 2012 al 2016 è stata tecnico della Nazionale Italiana di Kendo, ed ora si dedica alla crescita delle donne nel Kendo.

Yunsook è di origine coreana, ma vive da molti anni in Italia. Proprio nella nostra nazione Yunsook ha cominciato a praticare Kendo, come giovane adulta. Anche Yunsook è stata una presenza costante degli eventi italiani di Kendo e ha militato a lungo nella nostra Nazionale Femminile di Kendo, in occasione degli eventi internazionali. Yunsook ha il grado di Rokudan, è un arbitro CIK, pratica e insegna presso il Kendo Dojo Sei Chu Do Brescia. Yunsook oltre a occuparsi dello sviluppo tecnico del Kendo femminile, è un’importate ponte di contatto con il Kendo coreano. Grazie alle sue conoscenze a al suo impegno vengono organizzanti nel corso dell’anno stage con maestri coreani e/o soggiorni in Corea per giovani kendoka, soggiorni ovviamente mirati allo studio del Kendo.

Progetto Nazionale Femminile Kendo
Mirial e Yunsook
@Alice Fontana

Mirial e Yunsook sono due persone molto diverse tra loro, e differente è il loro Kendo, per quanto sempre di altissimo livello. L’accoppiata di queste due maestre del Kendo è frizzante e spettacolare, la vivacità incontenibile di Yunsook completa e colora la rassicurante calma di Mirial, e le loro lezioni sono un insieme armonico teoria, tecnica, energia e cordiale complicità.

Dal momento della sua creazione sino alla fine del 2016, invece, il Progetto Nazionale Kendo Femminile è stato affidato ad Angela Papaccio, Rokudan Renshi. Anche Angela, come Mirial e Yunsook è stata a lungo membro della nazionale femminile kendo e una presenza nota e costante negli shiaijo italiani ed esteri. Angela è un arbitro CIK e insegna presso il Koshikan di Firenze e continua a partecipare spesso e volentieri agli appuntamenti del Progetto Nazionale Kendo Femminile.

 

Gli appuntamenti dell’anno 2017

Quest’anno, per la prima volta dalla creazione del Progetto Nazionale Kendo Femminile, sono stati organizzati per l’anno in corso ben tre occasioni di incontro per le ragazze e le donne del kendo.
Il primo incontro si è svolto il 18 febbraio, in occasione della permanenza, organizzata da Bernardo Cipollaro, della squadra di kendoka femminile della Waseda University di Tokyo.

Grazie anche alla presenza delle ragazze giapponesi, vincitrici del campionato regionale locale, e grazie alla presenza della Nazionale Femminile Italiana Kendo, l’incontro di febbraio ha registrato una presenza record: quasi quaranta tra donne e ragazze, di ogni grado, provenienti da tutta Italia.

Il secondo incontro si è tenuto a Bologna nel weekend del 29 e 30 aprile con un gruppo minore di partecipanti. Il lavoro è stato più concentrato sulla fascia medio-bassa, in accordo con il grado delle presenze, e si è lavorato molto sulla presa di coscienza delle capacità e delle potenzialità di ognuna.
Infine a ottobre, sempre a Bologna, vi sarà il terzo ed ultimo allenamento, in cui si cercherà di coinvolgere il più possibile le donne e le ragazze del centro-sud, che, per motivi logistici, più difficilmente riescono a partecipare agli eventi di questo progetto.

 

Perché bisognerebbe partecipare almeno una volta l’anno?

I motivi per cui una donna o una ragazza interessata alla pratica del Kendo dovrebbe partecipare almeno una volta l’anno ai seminari del Progetto Nazionale Kendo Femminile sono moltissimi e ovviamente tanti di essi sono soggettivi. Ne elencherò alcuni, i miei ovviamente, e quelli che più spesso ho sentito dalle mie compagne di allenamento.

Si insegna un Kendo più adatto alle donne. Molte donne hanno insegnanti uomini, e benché si pratichi abitualmente uomini e donne assieme, c’è qualche leggera differenza tra il Kendo femminile e il Kendo maschile, dovuta essenzialmente alla differenza di struttura fisica.

Il Kendo femminile è genericamente più tecnico e più fulmineo (e se avete familiarità con il kote di Serena Ricciuti sapete di cosa sto parlando), mentre quello maschile è più fisico e più veloce sulle gambe. Inoltre le ragazze prediligono quelle tecniche che più sono congeniali al loro fisico (difficile – ma non impossibile – per esempio, che ad una donna di un metro e cinquanta sia una specialista delle tecniche di men).

Si prende confidenza con le proprie capacità e con le proprie potenzialità. Spesso le ragazze e le donne si sento un po’ in soggezione davanti ai compagni maschi. Sono più aggressivi, più alti, più grossi e più fisici. Questa situazione può intimidire.

Nel corso di un seminario di Kendo femminile, si ha la possibilità di un confronto equo (parità di stazza, di forza etc.) e si può quindi prendere confidenza con le tecniche ad acquisire sicurezza in sé stesse e nel proprio Kendo. Confidenza e sicurezza che ci permetteranno, una volta tornate al nostro dojo, di affrontare i nostri compagni con tutto un altro atteggiamento e con maggiore serenità.

Il Kendo e le donne
@Alice Fontana

Ci si sente meno sole.

Quante volte a ogni donna del Kendo è capitato di entrare in dojo ed essere l’unica donna? E quante volte le è capitato di essere guardata come una aliena dopo aver detto e spiegato che, da donna, pratica il Kendo?

Per alcune il sentirsi un po’ sole, una mosca bianca, è una situazione frequente.

Il bello degli appuntamenti di Kendo femminile è proprio – una volta ogni tanto – non sentirsi più sole. Conoscere altre ragazze e altre donne, di ogni età e grado, che condividono la stessa passione, e scoprire di conseguenza ché non siamo né strane né sole. Si fa gruppo, si fa amicizia e ci si sostiene, anche una volta tornate ognuna a casa propria, le une con le altre.

Si possono affrontare temi femminili. In un gruppo di sole donne si possono affrontare tutti quegli argomenti che non si affronterebbero mai con i compagni maschi, ma che comunque in qualche modo influenzano la pratica del Kendo: problematiche inerenti il fisico, il ciclo, la maternità, la paura di farsi male, la protezione delle zone sensibili, la conciliazione della pratica con la famiglia, il lavoro, i figli e via dicendo. Parlandone si trovano soluzioni, oppure si scopre che qualcuna di noi ha già tracciato un sentiero in un bosco di problemi che a noi sembrava invalicabile…

Ovviamente di ragioni ce ne possono essere molte altre, non esitate a farci sapere le vostre motivazioni nei commenti qui sotto.

 

L'Autore dell'Articolo

Alice Fontana

Project Manager e Analista IT di professione, blogger, trekker e boardgamer per scelta. Dopo aver praticato diverse discipline, si imbatte, quasi per caso, nel kendo. Iscritta CIK dal 2015, pratica kendo e, quando ne ha l'occasione, naginata.

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