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Shogun: i samurai, il bushido e le arti marziali

Chi non ha visto o sentito parlare in queste settimane della serie televisiva Shogun, trasmessa da una piattaforma in streaming e che, come la precedente serie del 1980, è tratta dal romanzo dello scrittore australiano James Clavell del 1975.

È una storia ambientata nel Giappone feudale del 1600 ed il suo fascino e il successo che sta avendo è dovuto in gran parte al fedele rispetto della cultura e usanze giapponesi, nonché ai personaggi principali della serie che fanno riferimento a persone realmente vissute in quell’epoca.

Così possiamo vedere il personaggio di Yoshii Toranaga che ricorda lo Shogun Tokugawa Ieasu (1543-1616), realmente esistito, che prese il potere dopo aver vinto la battaglia di Sekigahara del 1600, iniziando da allora un periodo di pace mai visto nella storia del Giappone, con quasi tre secoli di unità e stabilità.

Compare nella serie il vassallo Kashigi Yabushige che ricorda Honda Masanobu e anche l’interprete femminile Mariko che ricorda le gesta di Hosokawa Garasha, figlia secondogenita del Samurai Akechi Mitsuhide.

Tra gli interpreti principali il capitano John Blacktorne ispirato al capitano inglese William Adams esistito realmente e che fu chiamato il “Samurai occidentale”. Gli spettatori della serie Shogun entreranno in contatto nella parte più affascinante della storia che è rappresentato dai valori dei Samurai, il così detto Bushido e le manifestazioni dell’onore militare nelle diverse forme. Si apprezzano nei vari episodi anche altri aspetti caratteristici dell’epoca come il  vestiario e le armature dei Samurai, le loro battaglie usando varie armi, tra le quali katane e naginata (una lunga lama ricurva innestata su asta).

Il Bushido è nato secoli fa con i Samurai e significa la “Via del guerriero”. I suoi principi sono stati tramandati fino ai nostri giorni attraverso le discipline marziali presenti oggi nella C.I.K. (Confederazione Italiana Kendo) e quindi nel Kendo, Iaido, Jodo e Naginata.                                                                    

Vi sono molte analogie tra quanto si può apprezzare nella serie televisiva e le Arti Marziali che si possono praticare nella C.I.K. Se ad esempio vediamo le armature dei Samurai usate in battaglia non possiamo che ricondurle a quelle usate nel Kendo durante gli shiai (combattimenti).

Il Kendo, (la “Via” della spada) ebbe il suo inizio quando il governo  Tokugawa (1603-1867) proibì i duelli con le katane, dando maggior enfasi alla disciplina come addestramento.

Lo scopo era quello di migliorare gli esseri umani, piuttosto che un metodo per uccidere, accostandosi al Buddismo Zen e creando il Bushido, la “Via” spirituale del guerriero per il miglioramento di se stessi.

Si ebbero anche risvolti molto pratici nelle scuole di scherma, come ad esempio trovare un metodo reale di allenamento che non portasse al ferimento o all’uccisione dell’avversario.

Si trattò di un processo lento e progressivo che portò, verso la metà del XVIII secolo, alla creazione di uno strumento di pratica formato da quattro canne di bambù, l’odierno shinai.

Furono contemporaneamente studiate e realizzate delle protezioni per i polsi (kote), per il ventre (do), per i fianchi (tare) e infine per la testa, il viso e la gola (men).

Con l’ideazione dello shinai e delle protezioni, nasce quella forma di scherma che nel ‘900, prenderà poi definitivamente il nome di Kendo. Oggi si può praticare questa antica e meravigliosa Arte Marziale ripercorrendo la Via dei Samurai senza pericoli.                                                                                                                         
Un aspetto ulteriore che la serie televisiva ci fa apprezzare sono i costumi di donne e uomini, tutti molto eleganti e dai tessuti e colori ricercati.

Il vestiario dei Samurai in battaglia è pressoché identico a quello che si usa oggi nelle discipline curate dalla C.I.K., con particolare riferimento alla gonna pantalone denominata hakama.

La caratteristica più significativa dell’hakama è quella di avere le sue sette pieghe, (cinque frontali e due posteriori) che hanno il significato simbolico di rappresentare le sette virtù sacre del Bushido.                                                                                   

Gi. Onestà e Giustizia.                                                                                                
Yu. Eroico Coraggio.                                                                                                   
Jin. Compassione, Benevolenza.                                                                                
Rei. Gentile cortesia, Rispetto.                                                                                  
Makoto. Completa Sincerità.                                                                                 
Meiyo. Onore.                                                                                                         
Chugi. Dovere di Lealtà.

L’ anima e lo spirito dei Samurai sono rappresentati dalla loro spada, la leggendaria katana presente in molte scene della serie Shogun.

Tra le discipline inserite nella C.I.K. è presente lo Iaido, l’antica Arte dell’estrazione della spada dei Samurai e che letteralmente significa “via (do) dell’unione (ai) dell’essere (i)”.

Lo Iai ha radici molto antiche che risalgono all’epoca Nara (710-794) e Heian (794-1185) ma è nell’era degli Stati Combattenti (1467-1573) che si svilupparono le tecniche che al giorno d’oggi definiamo col termine Iai.

Esistevano allora diverse scuole di kenjutsu e iaijutsu, frequentate dai guerrieri (bushi) e in special modo dai Samurai che crearono tecniche da utilizzare realisticamente sui campi di battaglia.

La spada denominata katana era utilizzata una volta che il bushi fosse stato disarcionato dal suo cavallo, o che il suo arco fosse inutilizzabile così come le sue armi per combattere da una media distanza, come la lancia o la naginata. Fu quindi necessario sviluppare le tecniche con la katana in particolare adottando una veloce e repentina estrazione per anticipare le mosse del nemico ed ucciderlo.

Durante i duelli tra Samurai, la morte di uno di loro poteva avvenire dopo pochi fendenti e quindi era importante sviluppare una abilità tecnica al massimo livello.

Spesso poteva addirittura accadere che un duello si risolvesse anche solo con l’estrazione della spada ed il successivo singolo fendente.

Ecco quindi spiegata l’importanza fondamentale dell’arte dell’estrazione della spada nella vita dei Samurai che viene studiata nello Iaido.                                                                            

Al giorno d’oggi lo studio dello Iaido ha acquisito un grande valore interiore, e oltre allo scopo di praticare le antiche forme di combattimento, si pone l’obiettivo di un miglioramento interiore del praticante.

L’essenza dello Iaido è racchiusa nella frase saya no uchi che letteralmente significa, “dentro la saya”, e cioè vincere un duello contro un avversario senza aver bisogno di estrarre la spada dal suo fodero, ma facendolo desistere da ogni azione contro la nostra persona. Per ottenere questo è necessario assumere un atteggiamento estremamente determinato ed esercitare una forte pressione mentale verso di lui, tale da arrestare le sue azioni.

In casi estremi dovremmo comunque esser pronti a tutelare la nostra incolumità e, nostro malgrado, sfoderare la spada in modo risoluto e decisivo.                                                                                                          

Nella serie televisiva, oltre ai combattimenti tra Samurai dove viene usata la tradizionale katana, sono presenti più volte combattimenti tra donne definite all’epoca Onna-Bugeisha, le donne Samurai, generalmente appartenenti alla nobiltà giapponese.

Molte di queste donne potevano partecipare alle battaglie ed erano membri della classe guerriera dei bushi venendo addestrate per i conflitti ma anche per difendere la propria casa e la propria famiglia usando la naginata e meno spesso la katana.

Nella serie Shogun è la bellissima Maiko che in alcuni frangenti fa uso di queste armi in modo molto efficace coniugando i due aspetti caratteristici di grazia e determinazione delle donne giapponesi.

Caratteristiche proprie anche di molte donne italiane che troverebbero nella pratica della naginata nella C.I.K. un sicuro vantaggio per il miglioramento di se stesse.

Praticare le Arti Marziali promosse e curate dalla C.I.K. ci fa rivivere il mondo dei Samurai e dei suoi valori, contribuendo sensibilmente alla formazione della persona dando grandi motivazioni personali e occasioni di grandi crescita sotto gli aspetti mentali, fisici e umani.

In Italia sono presenti molti Dojo (luogo di pratica delle Arti Marziali) dove si possono praticare tali Arti con insegnanti competenti e preparati.                                                                                                  

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L'Autore dell'Articolo

Antonio Giardina

Nato nel 1952 in Maremma a Orbetello (GR) si è trasferito a Livorno dal 1979. Nel 1974, durante il periodo degli studi a Pisa, ha iniziato la pratica del Karate che continua ancora oggi. Nel 2007 si è iscritto alla CIK praticando da allora Kendo e Iaido. Ama molto la scrittura, la fotografia e ascoltare musica. Praticare le Arti Marziali cercando di migliorare ogni giorno se stesso è ormai un suo bisogno costante ed un proprio stile di vita.

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